Italiani-Filippini, una faccia una razza. Vabbè, magari proprio la stessa fisionomia no, però una volta messe le gambe sotto al tavolino, di differenze obiettivamente ne ho enumerate veramente poche. Grazie all’incontro fortunato con il team di #Food140 ho avuto la possibilità di partecipare all’evento Kulinaria che si è tenuto a Roma all’excelsior. Bel posto, bella gente, begli incontri. Orchiedee, bellissime, ovunque.
Si festeggiavano i 65 anni dall’inizio dei rapporti diplomatici tra Italia e Filippine, una cosa seria, c’era anche l’ambasciatore e un rappresentante della farnesina, per capirci. Pure gli inni abbiamo cantato. Loro mano sul cuore, noi, al solito, distrattamente.
Appena arrivati siamo stati portati nella cucina al cospetto della chef Margarita Araneta Forès che ci ha introdotto ai segreti della cucina filippina. Si poteva anche assaggiare, e io non mi sono tirata indietro.
La cosa più “strana” è stato il mango servito con un pesto di gamberi, molto saporito e molto molto aspro, probabilmente per la presenza del lime. Il mango maturo e dolce a contrasto ci stava tutto. Nella foto è quella ciotolina con la salsa, per il resto vedete le loro verdure con i rispettivi nomi. Ci fanno una sorta di caponata, rinforzata con gli sfrizzoli di maiale. Da copiare.
Poi abbiamo provato un pesto di grasso di granchio, fatto con un battuto di cipolla e olio e aglio. Molto molto simile alla bottarga come sapore, l’ideale su una bruschetta o per uno spaghetto di mezzanotte.
L’occasione è stata anche la presentazione di un libro di cucina filppina, immagini bellissime. I loro piatti forti? Gli spaghetti, la porchetta, la caponata e gli sfrizzoli di maiale. Il dubbio di trovarmi alla presentazione di un libro di casa mia c’è stato.
Sulla porchetta una chicca, la loro non è disossata e a volte la cuociono con una bottiglia di birra piena in seno, che la aromatizza e la rende morbida morbida. Una tizia che stava lì, di quelle fighissime, magrissime, fashionissime e pure informatissime, mi ha detto che la stessa cosa si fa anche con il pollo, infilando la bottiglia proprio lì dove non batte il sole, e cuocendolo in forno seduto. Lo si porta in tavola così, fa molto chic pare. Promesso, lo provo e vi faccio sapere.
Per il resto la serata è stata un tuffo in terra straniera, balli e danze popolari e poi finalmente la cena vera e propria.
Il buffet era un mix italiano e filippino, degni di nota la carne di maiale cotta nell’aceto e servita a fatta a sushi con l’alga sostituita da una foglia di radicchio.
E poi gli sfrizzoli di maiale, che loro chiamano nella maniera impronunciabile che leggete in foto,e che messi ovunque, a una ex bambina che ha passato le migliori estati a Campotosto, fanno tanto aria di casa.
Un grazie di cuore della bella serata a Laura e a tutto il gruppo di #Food140, un bel progetto, non c’è che dire.
signora mia!!!! ma lei è così introdotta nella “cucina bene” eheheh….
meraviglia di serata!! ma come mai io le serate le passo a stirare invce di fare queste cose qui? vabbè, perchè nessuno mi invita dirai tu… ah.
ad ogni modo credo di aver letto 10 volte il grasso di granchio… il grasso di granchio?!?!??!?!
incredibile……
Wow ma che serata incantevole!
No, quando ho letto della porchetta tra i cavalli di battaglia dei filippini ho pensato proprio ci fosse un gemellaggio:D .. interessante la cottura con bottiglia! ma poi con le alte temperature del forno nn c’è il rischio di rottura? argh! c’è sempre qualcosa da imparare e… meno male aggiungo! grazie per averci regalato questo reportage! un abbraccio cara mia:*
quel sushi fatto con la carne di maiale e la foglia di radicchio invece dell’alga mi sembra geniale!
il pollo “seduto” sulla bottiglia e portato a tavola mi ha fatto un po’ strabuzzare gli occhi … poi aspetto la tua ricetta in merito!!
Bellissima recensione, molto interessante. La cucina “orientale” mi piace moltissimo…
Quel pesto di granchio poi.. 🙂
@signorina pici e castagne: Si è stata una serata FIGHISSIMA, io come te, per il grasso di granchio, ma siccome la chef l’ha ripetuto 10 volte, io l’ho riportato fedelmente 🙂
@simona: credo di no…alla fine lo scuoci a massimo 200°C ed è protetta dal pollo che sta “fuori”. Comunque la tizia magrissima, fighissima, fashionissima e informatissima l’aveva fatto. Io ce l’ho nella TODOLIST, te tengo aggionata 🙂
@serena: Effettivamente pure l’assaggio meritava del sushi. Per il pollo come sopra, provo e ti dico. 🙂
@The master of Cook: grazie 🙂
Carissima, ti ringrazio per “fighissima, magrissima e fashinissima”! E ora che abbiamo approfondito per benino la conoscenza, chi si lascia più??
Un bacio
Carina la serata al St.Regis, vero?
ciao
Enrico
@Giulia: 🙂 impossibile per me perderti d’occhio 🙂
@Enrico: solo carina?!? Fortuna che ei passato…che io il nome del blog tuo mica l’avevo capito 😛