Dell’ennesima torta di mele (mele, panna e uvetta)

Lo so che state pensando, avreste vissuto sereni anche senza il post sull’ennesima torta di mele di un’aspirante casalinga di provincia.

E vi sbagliate, questa merita, merita davvero. E ve lo dice una che di torta di mele, è cintura nera. Questa ha soppiantato nella mia classifica quella latte e mele di Vale per cui ero andata in fissa più o meno due anni fa.

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La ricetta praticamente è questa qua, rivista in chiave torta di mele.

Ecco cosa vi occorre:

  • 250 gr di farina
  • 250 gr di zucchero
  • 250 ml di panna
  • 3 mele
  • 1 manciata di uvetta ammollata in latte tiepido
  • latte per bagnare le mele
  • 3 uova
  • 1 bustina di lievito

Tagliate le mele a fettine sottilissime e per non farle annerire mettetele in un recipiente coperte di latte, la teoria vorrebbe con del limone, ma a me in questa torta tutta pannosa proprio non mi convinceva come sapore.

Ma siccome che sono ingegnera e che so che la mela si annerisce per effetto della ossidoriduzione che avviene a contatto con l’aria una volta sbucciata, o si agisce con il limone acido a bloccare l’ossidoriduzione oppure l’aria non gliela fai toccare tuffando la mela nel latte ad esempio. E io così ho fatto. Poi alla fine la scolate e la usate.

Montate uova e zucchero belli spumosi e poi via via aggiungete la farina e il lievito setacciati insieme e la panna liquida, mescolando allegramente.


A questo punto o imburrate e infarinate generosamente una teglia o la rivestite di carta da forno, questo impasto ha solo i grassi della panna tende un po’ ad attaccarsi e quindi ci vuole una particolare attenzione.

Ora scolate le mele e l’uvetta e dopo aver versato la torta in uno stampo a cerniera versateceli sopra coprendo tutta la siuperficie.

Mettete in forno a 180°C per almeno 50 minuti, durante la cottura le mele e l’uvetta scenderanno, fermandosi al centro e le mele formeranno una specie di cremina.

E con un superclassico come questo che vino ci beviamo? La parola va a  Franco Ziliani di Vino al vino.

Franco Ziliani

Torta di mele e Moscato d’Asti: ça va sans dire!

Cara amica capitolina, non c’è da arrampicarsi sui vetri o immaginare quale stravagante abbinamento, di fronte ad un tale classico, un piatto che profuma di casa più che di pasticceria o di cucina, la torta di mele. Anche con la variante che tu hai introdotto, niente burro, ma solo panna liquida, non posso pensare di bere su questa torta che un solo vino, quello più semplice e naturale. Non un vino passito dunque, che prevarrebbe sulla delicatezza e la semplicità della preparazione con la sua struttura ed il suo “grasso”, bensì un vino che persino i francesi ci invidiano, visto che a casa loro, terra di grandi vini dolci, non ne hanno uno simile. Penso ad un Moscato d’Asti naturale, (e non un Asti spumante) che con la sua fragranza aromatica, le sue note di uva e fiori d’arancio, di salvia e leggermente agrumate, è il vino perfetto per essere servito e gustato su questa torta. Fresco, piacevolissimo, facile da bere, gustoso, con la sua calibrata dolcezza bilanciata da una bella acidità. E poi, con la sua bassa gradazione, cinque gradi e mezzo circa, è un vino che possiamo concederci di fare assaggiare, giusto un mezzo dito, anche ai nostri bambini, senza passare per genitori snaturati che vogliono convertire anzitempo i figli al culto di Bacco. Tra i tanti bravi produttori di Moscato d’Asti te ne voglio consigliare due che amo particolarmente, Romano Dogliotti La Caudrina e G.D. Vajra, ma anche i Moscato di Fratelli Rabino, Vignaioli di Santo Stefano, Valter Bera, andranno benissimo!

 

Dell’ennesima torta di mele (mele, panna e uvetta)ultima modifica: 2013-11-14T14:51:00+01:00da amarituda
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