C’è chi quando va al ristorante, e mangia qualcosa di sorprendente, cerca di convincere lo chef a cedere la ricetta, io no. E non perché non la voglio sapere, ma perché io non chiedo la ricetta. E non la chiedo perché sono una ingegnera.
Un ingegnere (e una ingegnera a maggior ragione) non legge mai il libretto delle istruzioni, un ingegnere sa già come funziona. In quanto ingegnere. Figuriamoci se chiede la ricetta.
Pertanto a causa di questa presunzione “di categoria” la sottoscritta al ristorante non chiede MAI la ricetta, ma studia, e seziona il piatto, per poi tornare a casa e iniziare un opera di “reverse engineering” che di solito conta più di un tentativo, ma che alla fine mediamente porta al risultato sperato, o comunque ad una sua buona approssimazione.
Ecco, lo strudel di pesce, è uno dei miei tentativi più riusciti di reverse engineering. Come tipo di pesce potete utilizzarne qualsiasi tipo sfilettabile. Stavolta ad esempio è stato il turno dei filetti di gallinella.
Ecco cosa vi occorre:
- 400 gr di filetti di gallinella ( ma potete usare qualsiasi tipo di pesce a filetti)
- 1 patata media
- 2 carote
- 4-5 zucchine piccole
- 3-4 rondelle di porro
- 1 spicchio di aglio
- 1 confezione di pasta sfoglia
- 1/2 bicchiere di vino
- 1 cucchiaio di uvetta
- 1 cucchiaio di pinoli tostati
Pulite e tagliate a julienne la patate e le carote. Lavate le zucchine e dividetele in 4 longitudinalmente, elimate il più possibile la parte bianca e tagliatele a pezzettini.
Mettete l’olio in una padella e fate dorare l’aglio, toglietelo e mettete tutte le verdure, sfumate con il vino biamco e fate evaporare, infine unite l’uvetta e i pinoli (che avrete tostato in un padellino) e salate.
Private i filetti della pelle. Srotolate la pasta sfoglia e dividetela in 4 spicchi e bucherellate con una forchetta. Dividete i filetti sui 4 spicchi e salateli. Ricopriteli con le verdure e chiudete formando dei fagottini.
Fate scaldare il forno a 180°C, infornate per 20 minuti e poi fate dorare con 3-4 minuti di grill.