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L’ingegnere e la Passerina: spicy macedonia

Più o meno la faccenda risale a 5-6 anni fa. Era il periodo di Cantine Aperte, e noi avevamo deciso di concentrare le nostre attenzioni sul Cesanese del Piglio e sulla Passerina del Frusinate. Bisogna essere precisi e circostanziati, quando si tratta di approfondire argomenti delicati.

Eravamo, io, mio marito, una coppia di amici, la proprietaria della cantina e un altro avventore della manifestazione: il classico ingegnere elettronico.

Io ormai gli ingegneri elettronici li riconosco ovunque, ho avuto modo di fare un approfondito studio antropologico sull’argomento ai tempi dell’università. Per chi non ha avuto la mia stessa possibilità formativa, ecco la descrizione di quello che si intende per classico ingegnere elettronico:

  1. fisico da lanciatore di coriandoli (tanto poi, divento sicuro mega direttore generale e qualcuna che mi si piglia la trovo)
  2. vestito sempre con la tuta (pratica e veloce, non c’è tempo da perdere in frivolezze)
  3. capelli sempre sporchi (immagino che qualche volta li lavasse, ma probabilmente quel giorno non veniva all’università).

Tornando alla storia, il nostro avventore, nonostante avesse ormai superato la trentina aveva mantenuto lo stesso look&feel dei tempi degli studi (cavallo che vince non si cambia...), con un accessorio però caratterizzante la manifestazione: una sputacchiera attaccata al collo, che peraltro usava sovente.

Questo il quadro. La proprietaria della cantina, a questo punto ci portò i vini per la degustazione: La Passerina del Frusinate e il Cesanese del Piglio. Iniziammo ovviamente dal bianco, ossia dalla Passerina.

L’ingegnere elettronico, mentre degustava e sputacchiava, guardò ispirato la proprietaria della cantina ed esclamo con piglio serio e concentrato sulla degustazione in atto: “Le diro, non ho mai trovato una Passerina che mi abbia pienamente soddisfatto“. L’ingegnere, credetemi, non si rese minimamente conto, che questa sua affermazione, evocasse ai più altri scenari di applicazione, che non sto qui a sottolinearvi. Noi, proprietaria della cantina compresa, si.

Ci guardammo tutti negli occhi. Trattenere le risa fu impossibile. L’ingegnere ovviamente non capì la nostra ilarità, e continuò a degustare e sputacchiare.

Da quel giorno però, tutte le volte che beviamo la Passerina del Frusinate, io e mio marito, brindiamo alla sua salute.

Ed è proprio con un bicchiere di Passerina che ho fatto di questa macedonia, non la solita macedonia ma qualcosa di decisamente più interessante. Ah, ci ho grattato anche un po’ di buccia d’arancia, ma qua però è colpa di Nadia.

 

Ecco cosa vi occorre:

lavate e asciugate la frutta e tagliatela (tranne i mirtilli). Mettetela in una ciotola e grattuggiatevi sopra la buccia d’arancia.

A parte in un recipiente mescolate i liquidi con lo zucchero facendolo sciogliere bene.

Versate il condimento sulla macedonia e mescolate bene. Lasciate in posa per almeno mezzora, io di più non ho resistito 🙂

 

L’ingegnere e la Passerina: spicy macedoniaultima modifica: 2012-03-13T22:43:00+01:00da
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