Sono onesta, avevo letto dell’inaugurazione di Biancovino su facebook e avevo rosicato, perché è inutile che sto qua a tirarmela, a me piace da morire andare in giro a sperimentae posti nuovi e nuove cucine, d’altronde se così non fosse probabilmente non starei qua nottetempo a raccontarvela.
Poi è successo, che hanno fatto la festa di buon vicinato e mi hanno invitato, ho guardato l’indirizzo e praticamente stava vocinissimo a lavoro, Roma, zona Prati.
Bhè mi è sembrato oggettivamente un segno del destino: dovevo andare. E indovinate un po’, ci sono andata.
Il locale è piccolo, ma ben organizzato, una ventina di anni fa qualche fricchettone alla moda lo avrebbe definito multimediale, perchè il contatto col cibo e col vino lo puoi avere attraverso diversi “media”:
– il bancone
– gli scaffali espositivi
– la cucina a vista
Oggi probabilmente, il figlio del fricchettone di cui sopra lo chiamerebbe “fusion” per questa sua pluri natura di vineria e di alimentari ricercato, di posto in cui poter fare un buon aperitivo dopo il lavoro, o una cena, o insomma quello che vi pare. Sabato prossimo per dirne una ci presentano un libro e il 10 aprile c’è una merenda con corso di maglia annesso.
Il posto vale una visita, e secondo me la “killer application”, ossia la loro mossa vincente, è il fatto che mangi quello che puoi comprare: vini, formaggi e salsine varie.
A me, ad esempio, hanno colpito le palline che vedete nella foto lì sopra, semplicissime, robiola e bitto con semi di lino o papavero o anche la senape francese che avevano messo sulla polpetta di lesso. Da rifare. Per i vini interessantissimo il rosato “rosa merlot” della cantine Lupo, che tra l’altro è uno dei proprietari.
Quindi se qualcosa vi piace e volete fare breccia nel cuore di qualcuno: andate là provate e poi ve lo rivendete in un tête-à-tête casalingo, magari pure come farina del vostro sacco.
Ve devo di’ tutto. A buon rendere. 😉