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Si fa presto a dire pane e pomodoro: anni e anni di tecnica in un solo post

Da quando ieri sono tornata a casa dopo un allegro fine settimana a Londra e ho trovato ad aspettarmi una cassetta di pomodori omaggio del consorzio di tutela IGP Pomodoro di Pachino avevo una idea fissa: pane e pomodoro. Non una grande idea direte voi, non sapete cosa state dicendo vi rispondo io.

 

Pane e pomodoro è una cosa seria, è stata la mia merenda estiva per tutta l’università, praticamente mi sono laureata a forza di pane e pomodoro. Vi dirò di più con gli anni ho affinato una tecnica quasi maniacale, era un vero e proprio rito, la pausa che mi concedevo quando alzavo gli occhi dai libri, e me la gustavo tutta a partire dalla preparazione.

Inutile che sto qui a dirvi ovvietà: tutti gli ingredienti devono essere scelti con cura, la storia è sempre la stessa, più il piatto è semplice, più conta la materia prima. Anzi, la storia della materia prima  a dirla tutta vale sempre, solo che se gli ingredienti sono pochi, c’è poco margine per “buttarla in caciara” o per chi legge da fuori Roma per “confondere le acque”. E pane e pomodoro da questo punto di vista non mente, o lo fai per bene o meglio che desisti.

É stato così che alla vista dei pomodori beli rossi e profumati, subito mi sono venuti in mente quell’olio Moncultivar di olive di Gaeta che ho appena comprato, l’aceto balsamico quello bianco che mi ha portato Alessandra dal suo pellegrinaggio in acetaia e il basilico, quello del mio orto sul terrazzo che mi sta dando tante soddisfazioni, signore mie. Mi mancava il pane, porcapaletta.

Ieri mi mancava il pane, ma oggi no, “casualmente” mi sono ritrovata a passare davanti a un forno che fa un ottimo pane a lievitazione naturale. Quando si dice le coincidenze della vita.

Per farla corta, stasera io ho cenato a pane e pomodoro, ripercorrendo passo dopo passo i gesti delle estati di tanti anni fa:

a) Per prima cosa il pane va tostato e questa operazione è fondamentale per il punto successivo

b) Prendete i pomodorini ciliegino di Pachino, lavateli e tagliateli a metà e strofinateli per la parte tagliata sul pane. Qui è fondamentale la tostatura del punto precedente, perché la superficie ruvida del pane tostato, aumenta l’attrito. Ricordiamoci sempre che la tecnica l’ho affinata mentre preparavo gli esami di ingegneria.

c) Quando del pomodoro rimarrà dopo lo sfregamento solo la buccia e poco più  fatela a pezzettini con le mani e mettetela sul pane

d) A questo punto condite con olio aceto e sale

e) lavate il basilico e spezzettatelo sul pane condito

se volete dare un tocco più speziato potete spolverizzare con il pepe appena macinato, ma  se è il caso o meno, dipende dalla giornata, almeno per me. E stasera mi ci sono bevuta anche un bel bicchiere di vino bianco, un Traminer aromatico per la precisione, roba che durante la preparazione degli esami non era proprio il caso.

 

Con questa ricetta partecipo al contest Food Revolution Day Milano –  beccati un #TAG

 

 

 

Si fa presto a dire pane e pomodoro: anni e anni di tecnica in un solo postultima modifica: 2014-04-07T23:37:06+02:00da
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