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Il mio vademecum per l’acquisto della colomba perfetta

Da quando ho fatto outing sulla questione colomba, vivo il fatto che la compro più serenamente e alla luce del sole, ciò però non fa di me una facile acquirente. Ieri sera ho comprato la mia prima colomba della stagione. Il forno prescelto per il primo acquisto sta vicino casa mia, non è stato un acquisto di impulso ma è stato preceduto da un attento sopraluogo. La questione era che siccome avevano confezionato le colombe non ero riuscita a leggere gli ingredienti e quindi ho proceduto a debita interrogazione. Ah, qua sto dando una cosa per sottointesa, la colomba pasquale, io la compro in pasticceria, ma di quelle con il laboratorio a vista, che sono sicura che l’hanno fatta loro.

Detto questo, la mia domanda spartiacque per decidere se continuare o no la conversazione per procedere all’acquisto è: burro o margarina? Se mi dicono margarina, chiudo lì la conversazione ed è stato un piacere (mica tanto). Lo so che la questione margarina è tema caldo fra i foodblogger, alla luce pure di una sponsorizzazione di un libro, ma non ci posso fare niente, io la penso così, il blog è mio e qui la dico come mi pare.

La margarina è un prodotto industriale, ricavato da oli i quali vengono omogeneizzati per avere la caratteristica simile a quella del burro, la margarina è una scelta anche economica, costa infatti meno del burro, a volte poi la provenienza degli oli componenti è anche di dubbia fama, per non parlare del fatto che la maggior parte delle margarine è prodotta tramite idrogenazione dei grassi vegetali  processo che è noto non è un toccasana per le patologie cardiovascolari. Insomma, per me la margarina è no, voi fate la scelta che vi pare. Ovvio, se siete intolleranti al lattosio tutto cambia, e andrebbe comunque fatto un discorso a parte sulla questione della scelta del grasso giusto.

E poi c’è la questione della fragranza, il burro inebria, ieri, quando ho comprato la colomba e me la sono messa vicino in macchina sul sedile del passeggero, a un certo punto, nonostante fosse incartata, mi sono trovata avvolta da quel profumo e lo ammetto, mi sono girata e l’ho guardata languida.

Comunque per farla breve queste le mie 5 regole d’oro per la scelta della mia colomba:

  1. burro tutta la vita e ve l’ho spiegato sopra perché
  2. canditi almeno 15%, perché per me la colomba è quella classica, quella coi canditi, tutto il resto è noia. e sotto il 15% parliamo di tracce di canditi e non va bene.
  3. glassa con tante mandorle,tanti zuccherini, ma anche  armelline, le armelline sono la parte interna dei noccioli di pesche e albicocche e danno un po’ il gusto amarognolo che sulla glassa ci sta tutta
  4. niente conservanti, se le cose sono fatte bene, messo che ci arriva la colomba alla data di scadenza, non ce ne è bisogno. se ce li mettono, fatevi due domande.
  5. la colomba non deve essere piatta, ma sopratutto la grana della mollica deve essere uniforme,  questo è indice di una buona lievitazione, lunga lenta e fatta bene, ma di come è fatta la mollica ovviamente lo scoprirete solo vivendo ossia dopo averla comprata e tagliata.

Aggiungo che “nice to have” sarebbe anche sapere la provenienza delle uova,una cosa tipo “uova di categoria A biologiche” , ma qua purtroppo andremmo a tagliare la quasi totalità delle pasticcerie, purtroppo questo genenere di sensibilità è ancora troppo poco diffusa e io lo ammetto non sono abbastanza talebana, alla fine accetto il compromesso.

Buona colomba a tutti.

Il mio vademecum per l’acquisto della colomba perfettaultima modifica: 2014-04-12T09:25:38+02:00da
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