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Aridatece Rocco, San Carlo Cracco e l’alta cucina con le patate della busta: anche no.

Quando ho visto per la prima volta la pubblicità di Carlo Cracco alle patatine della San Carlo ci sono rimasta come una scema. Insomma c’era e c’è qualcosa di stonato, perché si vuole vendere una scelta gourmet parlando di patatine fritte. Se l’avessero pensata diversa, che so tipo Carlo Cracco pizzicato a sgranocchiarle di nascosto, sarebbe stato simpatico e nessuno avrebbe avuto nulla da dire. Così invece no.

Perché vedere proprio lui che c’ha assillato con le tecniche di cottura, con ‘sta caramellizzazione degli zuccheri che ora conosciamo tutti a menadito e non riesci a cuocere un filetto senza che qualcuno te ne chieda conto. Insomma vederlo, tutto piacione, che ci invita a osare usando le patate fritte della busta per creare ricette, è troppo.

Ecchecacchio, un po’ di decenza, vogliamo sorvolare sulla decenza, allora chiedo almeno coerenza.

Sarò terra terra, ma io preferivo Rocco in quanto a audacia nello spost delle famose patatine. Ve lo riocordate? Sosteneva di averle provate tutte (le patatine fritte, che avete capito) e di aver trovato la migliore. (Qua lo spot per farvi 2 risate)

La scelta di Cracco di accettare questo tipo di comunicazione, invece,  proprio non la capisco, che poi intendiamoci
non sono una talebana, se mi capita, le patate fritte le mangio. Non le prendo abitualmente, ma in un buffet se ci sono ne approfitto, se faccio una festa, le compro. Quindi non inorridisco per l’esistenza del prodotto in se e per la sua commercializzazione, ci mancherebbe pure, ma ho da ridire sul fatto che con grande scioltezza si voglia far passare che le patatine fritte in busta possano essere un ingrediente con il quale osare. Sono onesta: è troppo.

Capiamoci, non dico che Cracco doveva rifiutare l’ingaggio, ma poteva come dicevo all’inizio, trovare un modo diverso per parlarne.

Che poi alla fine il suo effetto almeno su di me questa pubblicità lo ha avuto, perché per non scrivere di una cosa che non avevo nemmeno assaggiato, io un pacchetto di patatine l’ho comprato, pure con la voglia di esserne stupita e di volerci credere. Ci sono andata proprio oggi apposta al supermercato e con me c’era mia figlia di quasi 4 anni che mi chiedeva se era già il suo compleanno e se facevamo una festa, perché la cosa le sembrava strana.

Fatto sta che le ho prese e le ho pure assaggiate, e il verdetto è: sono patatine, di quelle ondulate e un po’ più spesse delle altre liscie, ma sono patatine della busta, croccanti pure, ma niente a che vedere non dico con una proposta gourmet, ma con quelle fresche che mi faceva là per là mia nonna.

Bel packaging per carità e tra parentesi se vi volete fare due risate dietro ci sta pure scritta una ricetta i cui usare le patatine, sul mio pacchetto c’era una crema di salmone mango e zenzero che onestamente è pure molto interessante, ma magari spalmata su dei crostini, di pane, quello buono oppure se proprio volete osare su delle chips di patate, ma fatte in casa.

Quindi caro Cracco, consiglio spassionato, lascia che a osare sulle patatine ci pensi Rocco.

 

 

Aridatece Rocco, San Carlo Cracco e l’alta cucina con le patate della busta: anche no.ultima modifica: 2014-05-11T21:00:52+02:00da
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