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Muoversi a Bangkok: tuk tuk, taxi e affabili passanti.

E niente, sta Bangkok, tocca ammetterlo mi è rimasta nel cuore. E me la ripasso di tanto in tanto, e mi vedo le foto, e mi viene voglia di parlarne, e comincio a scrivere un nuovo post. Tipo adesso.

Della puzza, dei miei nuovi amici e di cosa mi sono mangiata ve ne ho parlato qua, poi qua invece vi ho dato qualche dritta sui massaggi e sulla Thai Box, ora m’è venuta la fantasia di raccontarvi tutto quello che dovete sapere per muovervi a Bangkok. Perché qualcosa da sapere c’è.

Innanzi tutto, faccio subito una scelta di campo: no ai mezzi pubblici per i piccoli spostamenti e si ai taxi Ti pigliano dove sei e ti portano dove vuoi e i prezzi sono ridotti. Non vale proprio la pena starsi a sforzare più di tanto incrociando percorsi ferroviari e quant’altro.

Che poi dire taxi è riduttivo, ce ne sono tre tipologie: i mototaxi, i tuk tuk e i taxi-taxi.

Io l’unico che non ho preso è il mototaxi, soprattutto perché viaggiavo con mio marito, c’è da dire però che i Thailandesi non si fanno tanti problemi e non è difficile pizzicare 3 o addirittura 4 persone su una motoretta. Io invece qualche remora l’ho avuta pure perché  guidano come pazzi e ovviamente si viaggia senza casco.

Discorso a parte lo meritano i Tuk Tuk, che sono una specia di Ape Piaggio modificata con lucette e ninnoli vari, a prima vista, anche se li usano pure i locali, sembrano una trappola per turisti e infatti lo sono. O meglio ci provano.

La popolazione è poverissima e il turista viene visto come un bancomat che cammina, e si viene letteralmente accerchiati, con sorrisi e gentilezza, ma accerchiati. Un esempio fa tutti è l’affabile passante casualmente prossimo a uno o più tuk tuk in sosta.

La scena è sempre la stessa, ci siete voi, a piedi, con la faccia da occidentalotto un po’ sperduta e il naso su una cartina alla ricerca della meta che è o un qualche tempio o un qualche Buddah. Si avvicina sorridendo un affabile signore, che attacca bottone in inglese, chiedendovi dove volete andare e da quale parte del mondo arrivate, non necessariamente in quest’ordine. I modi sono gentilissimi, quasi come per fare due chiacchiere con lo straniero appena arrivato, guardacaso il gentil passante adora sempre l’italia, e pare che siano tutti più o meno passati per Milano. Perché proprio Milano non è chiaro, ma vi riporto fedelmente quanto emerso dal mio campione non significativo di gentili passanti (almeno una decina in due giorni, dopodiché ho deciso di non dare più confidenza).

Comunque dopo il primo approccio alla “famose due chiacchiere” il gentil passante si spende e spande nel volervi dare l’indicazione da indigeno che ne sa su come è meglio raggiungere la vostra meta. I più fantasiosi tirano fuori anche qualche festa immaginaria per la quale proprio il tempio dove volete andare per quel giorno è aperto gratuitamente a tutti (che fortuna!), peccato che è sempre così, gratis tutti i giorni. I più attrezzati vanno in giro con carta e penna e vi disegnano una mappa là per là di tutte le meravigliose cose che potete vedere ad un prezzo convenientissimo, salendo su un tuk tuk, che toh, guardacaso sta proprio fermo vicino a voi. Qualsiasi cifra vi chiedano, voi sappiate che potete comunque pagare la metà e loro ci avranno comunque guadagnato. Ma siccome alla fine stiamo parlando di pochi euro, vedete voi se volete mettervi a tirare sul prezzo.

E poi infine ci sono i taxi taxi, che sono coloratissimi, ogni colore una compagnia, e pure là tocca trattare. Di base il tassametro per loro è un optional, ci provano tutte le volte a non accenderlo, perché comunque di solito alla contrattazione ci guadagnano. Infatti, se il prezzo cui arrivate per loro è inaccettabile, si rifiutano di fare la corsa, mi è successo, ma nessun problema, Bangkok è piena di taxi.

 

 

 

Muoversi a Bangkok: tuk tuk, taxi e affabili passanti.ultima modifica: 2014-10-08T18:38:23+02:00da
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