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Tunisi e il couscous alla pensaci da solo che io ho da fare

Il primo finesettimana di Novembre me ne sono andata a Tunisi con mio marito. Era il mio regalo per i 40 anni, ed era un viaggio a sorpresa.

E infatti sorpresa è stata perché io a Tunisi non ci avevo mai pensato. Praticamente dove si andasse l’ho scoperto la sera prima di partire, che poi scoperto è una parola grossa, alla fine me lo sono fatto dire.

La prima cosa che ho googlato appena scoperta la destinazione è stata “cosa mangiare a TUNISI”, giusto per non arrivare totalmente impreparata sui fondamentali.

Prima cosa scoperta e che guardacaso anche prima cosa provata una vola là è stata la harissa, una salsa fatta a base di peperoncino macinato che ti portano appena ti siedi al ristorante insieme al pane.  Notevole, se piace il genere.

Seconda cosa il couscous. Ora io m’aspettavo di trovare qualcosa di diverso, rispetto a quello che faccio a casa rigorosamente precotto ma onestamente sono riusciti a stupirmi.

Non tanto per gli ingredienti, non tanto per il sapore, ma quanto per l’impiattamento. Sarà che a noi Masterchef c’ha un po’ deviato tutti, che se trovi un ossicino o il pesce non è perfettamente sfilettato ormai è eRore grave. Ma io al fatto che mi servissero un couscous così nel primo ristorante di Tunisi non ero proprio preparata.

Il pesce non solo era intero, ma aveva ancora la PELLE e la LISCA. Della serie, eccotelo ora arrangiati che io c’ho da fa in cucina co tutta laggente che è venuta stasera. E pure le verdure, intere, la patata intera, la cipolla intera pure lei.

Tutto buono per carità. Ma intero. Non me l’aspettavo. Che poi capiamoci, nulla da ridire, è solo che io, dopo Bangkok, ho avuto nuovamente conferma di essere una borghesuccia provincialotta, per niente cittadina del mondo.

Ora a volerla dire tutta, se il condimento lo tagliuzzi e lo mescoli al couscous, il tutto si insaporisce di più. Ma questi sono sofisticherie da gastrofighetta, me ne rendo conto.

Che poi ci tengo a precisare che così mi è stato servito in uno dei ristoranti più sciccosi (e famosi) della capitale tunisina. Mio marito, per non farsi parlare dietro mi ci ha portato subito subito la prima sera.

Dar El Jeld si chiama, e si trova nel bel mezzo del labirinto della Medina. L’abbiamo trovato grazie a google map e alla foto del portone che avevo trovato su TripAdvisor. Perché, sappiatelo, non c’è nulla che vi faccia capire che là dentro c’è un ristorante, grandissimo scicchissimo, di quelli coi camerieri tutti in divisa, che devi prenotare per tempo e che ti fanno sedere nel salottino in attesa che ti preparino il tavolo.

Noi, ovvio, non avevamo prenotato, ma un po’ gli occhioni a supplica, un po’ il fatto che si eravamo presentati prestissimo, ha convinto la signora che curava la sala a ricavarci un posticino.

Il ristorante è veramente bello, soffitti alti, maioliche alle pareti, luci soffuse, insomma vale la visita, e per il couscous, io vi ho avvertito, andate preparati.

 

 

 

 

 

 

 

Che poi

Tunisi e il couscous alla pensaci da solo che io ho da fareultima modifica: 2014-11-14T12:05:09+01:00da
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