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Manuale di conversazione sul panettone

E pure quest’anno come ormai da qualche anno, mi ritrovo la bacheca di Facebook posseduta dai foodblogger quelli bravi che impastano, fanno lievitare e appendono panettoni. E io al solito no.

A dirla tutta lo devo pure ancora comprare. Sono uno scandalo. Se ci fosse un ente disciplinare sulla condotta dei foodblogger, mi sa che mi avrebbe già fatto chiudere i battenti.

La questione è che pure comprare un panettone se sei foodblogger non è una cosa facile. Non è che esci vai al supermercato e pigli il primo panettone che ti capita. Sia mai. Ci deve stare quantomeno uno studio dietro. O almeno questo vuole il personaggio.

la questione è che ci si aspetta che io abbia una posizione chiarissima al riguardo e così, per non deludere nessuno, e prendendo spunto dai Manuali di conversazione di Andrea Ballarini, qua vi dico quelle due o tre cosette, che vi faranno fare bella figura se tante volte qualcuno vi ingaggiasse per una conversazione sul panettone. A me, come detto, succede.

1. La vita è troppo breve per impastare panettoni. La frase di suo è ad effetto, e potreste finirla così. Se poi vi accorgete che l’interlocutore non è soddisfatto, argomentate con vita frenetica, poco tempo a disposizione per voi stessi e buoni propositi per il futuro.

2. Artigianale è meglio. Meglio spendere qualche soldo in più ma mangiare qualcosa di particolare. Convenirne.

3. Che ci sia almeno il burro, per carità. Stigmatizzare l’uso della margarina e dei grassi idrogenati in generale.

4. Difendere a spada la ricetta originale, canditi compresi. Che si mangi il Pandoro, se proprio non piacciono.

5. Accennate la nota storica del “Pan de Toni”, da cui deriva il nome panettone. Ai tempi di Ludovico il Moro, il cuoco incaricato di preparare il pranzo di Natale, preso da mille incombenze bruciò il dolce, lo sguattero Toni, gli propose di portare in tavola la pagnotta dolce fatta con gli avanzi trovati in cucina la mattina (farina, uova, canditi e uvette), il dolce ebbe successo, Ludovico volle sapere il nome, e il cuoco disse che era il “pan de Toni”. Argomentate su come da degli apparenti disastri possano trasformarsi in successi.

 

(Ringrazio Giulia per la foto del panettone)

Manuale di conversazione sul panettoneultima modifica: 2014-12-24T08:45:38+01:00da
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