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Sciapò a Roma

Succede che c’hai un blog, dove ogni tanto qualcuno inciampa, succede che ti invitano, là dove prima facevi la fila per entrare e piano piano succede che te la tiri pure un po’.  E mentre prima ogni invito era una festa e tre “tacche” di autostima, ora inizi a selezionare gli inviti, esci di casa solo se a naso pensi che ne valga la pena e ne scrivi solo se poi ti è veramente piaciuto.  E guardi pure con tenerezza le nuove leve, quelle che si emozionano per tutto. Te vecchia blogger navigata, che per stupirti devono fare i numeri nel piatto. Tze.

E così, una serata come tante, un invito in un nuovo ristorante, la puzzetta sotto al naso di cui sopra, della serie, fatemi capire bene perché mi avete scomodato. Ecco più o meno è questo l’ approccio con cui sono andata da Sciapò l’altra sera, alla presentazione del loro menù. Queste le promesse, che m’avevano convinto, riporto testualmente parte dell’invito:

Lo Chef Marco Mazzone sarò lieto di averti come loro ospite per quella sera!

Ha preparato in esclusiva un menu degustazione che comprende:

– Vellutata di zucchine romanesche con tuorlo d’uovo Peppovo marinato allo Zacapa
– Spaghettone Rustichella della linea pirmoGrano, 100% grano abruzzese,  alla Carbonara
– Tortello di Porchetta con vellutata di rosmarino e crumble di pane di Genzano
– Hamburger di razza Simmenthal e fois gras con chips di Ciapinabo’ e semi di senape
– Guancia di maiale di mora romagnola e crema di sedano rapa
– Il mah…blanc!
– Il Tiramesu’

Converrete, argomenti, decisamente convincenti.

Arrivo, posto fighissimo, shabby chic oserei dire, cucina a vista, tavoli di legno, quella via di mezzo tra i familiare e il raffinato che ti fa sentire a tuo agio ma ti fa intuire che nel piatto ci troverai qualcosina in più dello spezzatino di tua zia.

Cominci a scrutarti con gli altri ospiti, qualche blogger lo conosci, qualcuno no. Sorseggi il prosecco di benvenuto e intanto tra te e te:

Guarda che macchinetta quella, farà delle foto sicuro meglio delle mie (Vissia, te devi imparare, non puoi scattare sempre in automatico). E intanto afferro il primo frollino al formaggio

No, quella là è troppo bella per essere una foodblogger, guarda che stanga, sarà di certo una fashionblogger, mò mi avvicino e chiedo. Se hanno invitato le fashion, voglio fare una cosa gastrofighetta. E intanto afferro pure il secondo frollino salato, quello col pepe. Uhm, bono, però.

Si comincia tutti a tavola, due parole sul perché siamo qui e soprattutto sul perché si chiama Sciapò. Da sciapo, senza sale, ma non mi pensate alla cucina dell’ospedale signori miei, il sale abbonda laddove manca tecnica e soprattutto la materia prima da valorizzare.

Partiamo dalla carbonara, fatta senza inutile spargimento di sale, niente sale nella salsa, ma soprattutto niente sale nell’acqua di cottura, e no, non era per niente sciapa, era da fargli chapeau. Il segreto? Le materie prime, belle saporite di loro, a cominciare dalla pasta, La Rustichella d’Abruzzo , una pasta abruzzese, fatta con un grano abruzzese dal sapore caratteristico che sarebbe stato peccato coprire con l’aggiunta di sale.

Ottimo tutto  il resto del menù, ma i veri lacrimoni di commozione, come fossi una blogger alle prime armi, sono usciti quando mi è stato portato davanti questo Tortello di Porchetta con vellutata di rosmarino e crumble di pane di Genzano. La pennellata rossa che vedete nel piatto, non è solo colore ma è una composta di frutti rossi che ci sta decisamente bene con tutto il resto. Bontà del piatto a parte, il motivo per cui mi sono commossa è stato scoprire, che la porchetta che stavo mangiando era quella che mangio da quando sono ragazzina, quella di Straccaletto.

Capisco che non posso pretendere da voi che sappiate chi è Straccaletto, e comunque ci sto qua io apposta a sollevarvi da cotanta lacuna. Straccaletto fa la porchetta, la fa buona, la fa lui e la fa da sempre, è un piccolo chiosco, nulla a che vedere con la produzione massiva.

È stato là che Sciapò m’ha convinto, la ricerca delle materie prime era veramente fatta con passione, erano andati a pizzicare Straccaletto, il mio porchettaro preferito, avevo le prove.

 



Sciapò Street & Restaurant

via dei Genovesi n°1, tel 06 581 6185

 

 

Sciapò a Romaultima modifica: 2016-02-19T18:29:35+01:00da
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