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Betto e Mary al Mandrione

La prima volta che sono stata da Betto e Mary al Mandrione, mi ci ha portato un mio amico premettendo istruzioni precise e circostanziate: tu non parlare al cameriere, non rispondere, non chiedere. Lascia parlare me.

E così ho fatto. Lui parlava, chiedeva e ordinava, io sorridevo e annuivo se necessario. Prima però guardavo negli occhi il mio amico e chiedevo il permesso, per non sembrare troppo sfrontata

La serata è andata benissimo, mangiato bene, abbiamo pure fatto amicizia con le vicine di tavolo, il dictat a fin di bene,  prevedeva infatti solo mutismo verso il cameriere, con gli avventori avevo libertà di espressione. A un certo punto, l’atmosfera era così amicale, che ho pure pensato che le raccomandazioni del mio commensale fossero un tantino esagerate.

 

Poi, esattamente una settimana dopo, mi sono trovata a decidere dove andare a cena con un po’ di amici misti, romani e no. Mi sono sentita padrona della situazione e ho proposto Betto e Mary,  riscosso subito successo, sono stata invitata alla  prenotazione. Mi sono fatta coraggio, ho chiamato, e è andata cosi:

– Volevo prenotare per 7, sabato, 21:30
+ Dimme il nome
– Vissia
+ Aò, ho detto il nome.
– Vissia, è il mio nome, però se vuoi ti do quello di una mia amica che viene, Francesca.
+ No, va bene il tuo. Aripeti.
– Vissia
+ (Parlando con qualcun altro) Guarda questa come se chiama, tutti quelli strani venno qua. Aò.
+ Senti, ma quanti anni hai?
– 42 settimana prossima
+ Niente, sei troppo vecchia pe’ me.
– Si, ma sabato mi fai mangiare?
+ Si, a magnà te faccio magnà
– Grazie, a sabato
– A sabato.


Sono perfettamente consapevole, che la colpa è  tutta mia che do il nome vero, ma ci tenevo a precisare 2 cose:

1. Il cameriere l’ho riconosciuto dalla voce e non era questo adone e manco tutto ‘sto pupo.

2. Ha pure sbagliato a scrivere il nome, le prove.

Detto questo e capito il mood del locale, e pure il perché dele raccomandazioni al silenzio, immagino sia il caso di parlare pure di cucina, perché loro saranno pure gente di sostanza, verace e genuina, che non te la manda a dire, ma pure qua mica ci facciamo parlare dietro.

I piatti del menù sono quelli della tradizione romana, fatta di frattaglie e sentimento, iniziamo dall’antipasto, dovete provare i nervetti.

Praticamente io li ho mangiati solo qui, sono conditi con una salsa con capperi olio e rughetta, ho provato a chiedere più ragguagli, ma pare sia un segreto.

Per i primi, la pasta è rigorosamente fatta in casa, gli hanno dato un nome, che non mi ricordo, sono spaghetti alla chitarra fatti senza usare la chitarra, li condiscono con tutte le “salse” romane. Dalla gricia, carbonara, amatriciana e cacio e pepe, fino a sua maestà la pajata. Io provato sia carbonara che pajata, le raccomando.

Per i secondi, provata la trippa, buona, e poi c’è la carne è cotta alla brace. Se è stagione ci trovate pure i carciofi fritti, o la cicoria ripassata.

Un consiglio, se il clima è ancora caldo, quando prenotate chiedete di stare lontano dal camino. Il menù, inteso come pezzo di carta con sopra scritto i  piatti non l’ho visto, ma devo essere onesta, non ho avuto nemmeno il coraggio di chiederlo. Però i prezzi sono decisamente popolari, quindi mangiate sereni.

Ah, e se ci andate, salutatemi tanto il cameriere, quello roscio. 😉

Betto e Mary
Via dei Savorgnan, 99. Tel. 0624305339 (Casilino). Chiuso: giovedì, aperto solo la sera.
Betto e Mary al Mandrioneultima modifica: 2016-10-04T12:58:39+02:00da
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