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Paté di quintoquarto, al secolo fegatini di maiale quelli con la retina.

La prima volta che ho sentito la parola quintoquarto, era ad un evento di questi di social cucina e c’ho avuto un attimo di smarrimento.

Sono ingegnera perdincibacco, e da che mondo è mondo i quarti sono quattro, adesso ‘sto quinto quarto che cosa era?

Poi alla fine una anima pia vicino a me, notando il mio sguardo perso nel vuoto, mi ha spiegato che altro non erano che le interiora, proprio quelle che mi faceva nonna Vittoria, fegato incluso, perché c’avevano il ferro dentro, e il ferro si sa, fa sangue. MI sono sentita tutto di un tratto a mio agio, era una cosa che conoscevo, eppure bene.

C’è chi le interiora non le mangia, io mai avuto di queste diffidenze, forse perché hanno sempre fatto parte della mia dieta, e ora che fa pure figo e c’è anche una parola chic per indicarle ancora meglio.

Passiamo alla ricetta, ecco cosa vi occorre per fare il patè per una decina di crostini:

Schacciate l’aglio lasciandolo in camicia e fatelo scaldare insieme all’olio, appena avrà lasciato tutti i suoi umori, toglietelo e mettete a rosolare i fegatini salati e pepati e con la foglia di alloro intrappolata nella retina.

Una volta rosolati, sfumateli con 1/2 bicchiere di vino bianco, e fate evaporare un poco.

Poi copriteli e fateli finire di cuocere per almeno 20 minuti, aggiungendo via via poco vino bianco se necessario.

Togliete le foglie di alloro e frullate tutto con un mini pimer in un recipiente abbastanza alto.

Spalmate su delle fette di pane bruscato (io ho usato il pane di Lariano) e buon appetito.

Paté di quintoquarto, al secolo fegatini di maiale quelli con la retina.ultima modifica: 2014-01-29T11:40:23+01:00da
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