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Gricia pigra fave e pecorino, ma per il vino si va in Abruzzo.

Inutile che sto qui a fare la parte della folgorata sulla via di Damasco, per capirci di quella che tuttambotto ha avuto l’ispirazione di fondere i due universi goderecci: fave e pecorino e gricia

Che le fave con a gricia erano la morte sua io l’ho scoperto sul campo, o meglio alla serata allo Sheraton di cui vi ho parlato qui. Era una delle proposte, e come vi avevo detto e vi ribadisco ora, mi aveva decisamente colpito.

L’idea iniziale era di rifarla pari pari, con la cremina etc etc. Poi la fame era tanta e la voglia di aspettare poca e quindi l’ho fatta con le fave spezzettate, ne è uscita una degna rivale della sua musa ispiratrice.

Il trucco per un ottima riuscita sta nel procedimento, e al solito negli ingredienti di prima qualità.

 

Ecco cosa vi occorre per 2 persone:

 

Mettete a bollire l’acqua per la pasta e nel frattempo fate scaldare il guanciale in una padella saltapasta a fuoco medio senza olio. Fatelo sciogliere piano piano fino a che non si formi un sughetto, a questo punto aggiungete le fave e dopo poco un po’ di acqua di cottura della pasta e procedete via via, evitando che si asciughi completamente il condimento.

Quando l’acqua sarà a bollore, salatela e buttatevi i paccheri dentro. Quando la pasta sarà quasi cotta, ripassatela nel sughetto con un po’ di acqua di cottura. Togliete dal fuoco e spolverizzate con pecorino e pepe nero.

 

E per il Vino? Anche stavolta ho chiesto l’aiuto all’esperto: Franco Ziliani di Vino al vino.

Cara amica capitolina, bello il piatto che ci proponi oggi. Un piatto che data la presenza delle fave e del pecorino, che sono materie prime tipiche del Centro Italia m’induce a puntare su un vino, ovviamente un bianco, del Centro Sud. Proprio venerdì ho fatto un blitz veloce in Abruzzo e ho trovato un’eccellente interpretazione di un vitigno autoctono abruzzese che ha un nome caratteristico, che con il formaggio di cui sopra non c’entra nulla. Parlo del Pecorino (presente anche nelle Marche) un’uva il cui nome deriva dalla forma del grappolo molto piccolo che ricorda una pecora e che assicura una bassa produzione per ettaro con il classico sistema di allevamento a pergola abruzzese. Il vino che voglio raccomandare di abbinare al tuo primo saporito è il Terre di Chieti IGT Casale Vecchio Pecorino prodotto dalla cantina Fantini Farnese a Ortona nel chietino. Un bianco ben secco, dai profumi che vanno da note agrumate a fieno secco, pesca bianca e sambuco, dotato di una bella polpa succosa e rotonda ma con una bella nota acida che assicura freschezza, nerbo e piacevolezza di beva. Provare per credere e… buon appetito!

E io aggiungo: Pecorino su Pecorino: un segno del destino.

Perdonatemi ma non ho resistito.

Gricia pigra fave e pecorino, ma per il vino si va in Abruzzo.ultima modifica: 2013-06-03T10:45:00+02:00da
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