Quando ero piccola a Natale a casa arrivavano un sacco di cesti per mio padre, io però ne aspettavo sempre e solo uno, quello di zio Mimmo. Era ogni anno quello meglio, e lo riconoscevo senza aprire il bigliettino, era quello con il panettone Tre Marie. Nella mia testa, non ci posso fare nulla, quando vedo le Tre Marie, penso a Zio Mimmo.
Che poi “zio Mimmo” non era mica mio zio, era un’amico di mio padre, l’amico ricco. Ma sopratutto a zio Mimmo piaceva mangiare, e si vedeva pure, inutile girarci intorno. Lui era un teorico del panettone, anzi un talebano, o Tre Marie o niente. Io adoravo zio Mimmo, sopratutto a Natale.
E poi un bel giorno, arriva proprio a me l’invito delle Tre Marie, per l’apericena a Milano. Manco ho finito di leggere la mail, che ho prenotato il treno.
Ci siamo ritrovate tutte noi blogger all’Eat’s a Milano con noi all’amministratore delegato delle Tre Marie, che poi già conoscevo perchè è lo stesso di Sammontana. C’era anche Oldani, lo chef, e Donna Brown, che insieme ci hanno dato dritte su come allestire le cene in atmosfera Natalizia.
Oldani, carismatico da morire, ci ha detto che il panettone si mangia con le mani, si strappa, per la precisione. E chi lo usa più il coltello. L’ha detto lui, mica pizza e fichi. Alla fine della serata poi, c’è stata la sua apericena, con la presentazione dei suoi piatti a base di panettone. A questo link le sue ricette, provatele, non so se vi vengono come a Oldani, ma pure fossere una buona approssimazione, ne sarà valsa la pena.
Ora ve lo dico, se c’è un complesso che ho io, è proprio quello della presentazione dei piatti, che poi non è un complesso, di fatto sono una sempliciotta, lo so, ne sono cosciente. Quindi orecchie spalancate al momento dei suggerimenti di Donna Brown e poi a casa ho provato, a modo mio a fare una cosa fashion, o meglio volevo fare una cosa patinata. Cliccando qua, il risultato, se vi piace. Votatemi!