Cara lettrice,
non ti sarà sfuggito che Brad è su piazza, ora mettiamo il caso, che tu riesca nell’impresa dell’accalappiamento, alla fine, diciamocelo, era stato sposato pure con la Anniston che era una cosettola normale. Una volta catturato, ti devi far trovare preparata, che questi divi americani vanno presi sull’onda dell’entisiasmo. Ecco, io ho cosa fa per te, per convincerlo che l’italia è un gran bel posto dove vivere. Portalo a Dievole.
Io ci sono andata grazie a questo blog, e ci ho passato due giorni da sogno, tra vigne e degustazioni. Se poi, hai già in dotazione il tuo Brad o una sua qualsivoglia approssimazione, parti pure avvantaggiata. Andate e ne tornerete con gli occhi a cuore.
Ma Dievole dove sta? Nel Chianti, anzi nel Chianti classico come dicono quelli bravi, e di Chianti ne berrete di buono, ma pure il Rosato le due Arbie non si fa parlare dietro, ma nemmeno l’Occhio di Pernice, per non parlare del Vin Santo. Ok, tana per me, me li sono bevuti tutti. Ma devo essere onesta, la cosa che mi ha colpito di più è stata assaggiare le uve. Eh sì, perchè io faccio tutta quella di paese, ma poi nelle vigne ci sono stata solo da piccola, quando mio nonno ne aveva una e poi nulla più. Questi di Dievole hanno fatto una cosa fighissima, si chiama Progetto Fidelio, praticamente, sulla parte più alta della tenuta, hanno raccolto tutte le tipologie di uve da vino del loro territorio, e si può passeggiare e assaggiare. Lo so, è una cosa stupida, ma io sono rimasta folgorata dalla differenza di sapore da chicco a chicco. OK ci sarei potuta pure arrivare, visto che da ogni vitigno si fa un vino diverso, ma passare dal Canaiolo, al Ciliegiolo e arrivare alla Malvasia e sentire l’uva , che sempre uva è, cambiare totalmente di sapore da filare a filare a me ha colpito parecchio.
Altra cosa che mi ha folgorato sulla via di Damasco è stato il loro olio, un po’ perchè c’era Piero Palanti a farci da Cicerone e a guidarci in una degustazione appassionata e ragionata, un po’ perchè il prodotto è decisamente notevole. In paricolare sono rimasta colpita dalla Coratina ( della linea 100% Italiano), sarà che sono una a cui piacciono le emozioni forti, ma il piccante che si scatena all’assaggio non si dimentica. E piccante, nell’olio, non è un difetto, sappiatelo. Anzi ve la dico meglio, il piccante è una sensazione tattile, che si sente a fine degustazione proprio perchè non è la lingua a percepirlo ma viene “sentito” dalla cavità orale. (Ma quanto sono preparata?)
Io sarei anche andata a casa felice così, ma loro hanno voluto esagerare, e mi sono ritrovata a cenare, posto da favola a parte, alla mensa di una Chef veramente brava, Monika Filipinska, Polacca di nascita, Toscana di adozione, da seguire. Il suo “tonno del Chianti” che poi è maiale marinato, la punta di diamante secondo me, anzi, a dirla tutta se l’è battuta con la panna cotta alla coratina, si proprio la coratina, l’olio piccante di cui vi paravo prima.
Il consiglio spassonato ci sta tutto, andatene e godetene tutti, e pure se siete sprovvisti di Brad o affini, la visita vale lo stesso. Qua per saperne di più