Nelle mie vene scorre anche sangue napoletano, pare che mia nonna materna fosse la cugina carnale di tale Giacomo Rondinella, che per chi non lo conosce, era appunto una cantate napoletano, quello a cui Totò fece cantare Malafemmena, per dirne una.
Pare inoltre che la nonna fosse figlia di quella Napoli bene, quella del Vomero, quella con i soldi.
Il bisnonno infatti aveva diversi negozi da barbiere, ma pare anche che amasse giocare carte e pure la compagnia femminile. In poche parole dopo qualche anno gli rimase in mano, di tutto l’impero, solo un paio di forbici e si trasferirono a Roma.
Tutto per dire, che a casa mia c’è anche l’influenza della cucina napoletana, a dire il vero però, il casatiello lo fa mia madre, è compito suo. O meglio, è meglio che lo fa lei.
Ci sono delle cose, infatti, che non c’è niente da fare a lei vengono meglio e sono:
1. la amatriciana
2. le lenticchie di capodanno
3. il casatiello, appunto.
e io lo riconosco e commissiono. Questa la ricetta che i ha dettato lei, qualcuno noterà l’assenza delle uova, bhè a noi sta cosa dell’uovo infilato dentro con tutto il guscio non ci piace. Ecco.
Ecco cosa vi occorre:
1 kg di farina 00
1/2 l di acqua tiepida
sale q.b.
1 dadino di lievito di birra
100 gr di prosciutto crudo
100 gr di pancetta affumicata
100 gr di salame tipo Napoli
100 gr di parmigiano a scagliette
100 gr di fontina a pezzi
100 gr di provola affumicata
150 gr di strutto
pepe macinato q.b.
Sciogliere il lievito nell’acqua e poi impastare con questa acqua la farina con il sale e il pepe.
Aggiungere lo strutto, tutto con le mani e aiutandosi se necessario con un po’ di farina.
Aggiungere via via il resto degli ingredienti.
Far livitare il tutto dentro una teglia unta e infarinata e alta per 2-3 ore almeno in un posto tiepido e coprendola sopra.
Infornare a 200°C per 40 minuti circa.