Chiamiamola col nome suo. Questa è una pasta goduriosa, fatta pure per farsi un po’ di coccole. Questa per dirla da blogger di mestiere è la mia idea di comfort food. Il cibo conforto.
Ora la questione è che ho visto chiamare comfort food zuppine varie e anche minestrine delicatissime, che per carità sono buonissime, le adoro anzi, ma non mi appagano appieno, forse perché troppo light e io ci ho bisogno di sporcarmi un po’ la coscienza per stare a posto.
LA verità è che se devo pensare al mio cibo conforto, in cima a tutto c’è una pasta come questa, o come potrebbe essere una amatriciana o una cacio e pepe. Oppure un panino salsiccia e broccoletti o il panino con la porchetta o se sono proprio in animo light la pizza con la mortadella, ma non una minestra di verdure, no, non arrivo a tanto.
E’ stato così che per capire se la mia idea rispecchiava la comune interpretazione sono andata a vedere la definizione di comfort food su wikipedia, vi riporto l’inizio:
“Comfort food is traditionally eaten food (which often provides a nostalgic or sentimental feeling to the person eating it), or simply provides the consumer an easy-to-digest meal, soft in consistency, and rich in calories, nutrients, or both. The nostalgic element most comfort food has, may be specific to either the individual or a specific culture. Many comfort foods are flavorful; some may also be easily prepared.”
Ora, a parte la questione della consistenza soft e della facilità di digestione, su cui va il punto alle zuppe, su tutto il resto ci siamo. A me questi sapori decisi riportano a quando ero bambina, quello che su wiki chiamano “nostalgic o sentimental feeling”, e mica è colpa mia se c’ ho avuto una infanzia fatta di cucina romana e sapori decisi. Questi per me sono casa, questi per me sono comfort. E siccome la questione del tradizionale e nostalgico è la prima che viene messa nella definizione, credo che tutto sommato non vado troppo fuori tema con la mia accezione, anzi.
E’ stato così che, sola a pranzo con mia figlia e con un po’ di voglia di coccolarci ci ho preparato questa pasta tanto facile quanto buona.
Ecco cosa vi occorre per 2-3 persone:
- 300 gr di pipe rigate
- 2 salsicce
- vino bianco (1/2 bicchiere)
- 1 cucchiaio di cipolla tritata
- olio evo
- sale qb
- cacioricotta da grattare qb
E per il vino, stavolta un abbinamento “riparatorio” sempre Franco Ziliani di Vino al vino.
Cara la mia amica capitolina, oggi mi va di fare un poco il, come dite voi a Roma, para… Non mi limiterò pertanto a proporre a te e ai tuoi lettori un giusto abbinamento, sempre secondo il mio estro, ovviamente, ma cercherò di farci perdonare perché tempo fa avevi raccontato e io avevo pubblicato qui, che una manifestazione organizzata dalla Regione Puglia a Roma non era proprio andata nel migliore dei modi… Con la scelta del vino direi pertanto di stare nell’amatissima terra pugliese. La soluzione potrebbe essere un bel rosato a base di quella grande uva identitaria che è il Negroamaro, e già sarebbe un’assoluta libidine gustare, che ne so, questo rosato, prodotto da un’esemplare Cantina sociale, quella di Copertino, oppure questo di un piccolo produttore come Carrozzo, oppure Il Cerasa o il Mjere di Michele Calò. Invece, poiché siamo già a novembre e un bel rosso comincia ad andare benone con la temperatura che c’è fuori casa, io vi dico gustiamoci un bel Salento rosso, o meglio ancora un Salice Salentino o un Copertino rosso. Con la salsiccia e quel cacioricotta grattato (che mi fa pensare a certi caciricotta o alla ricotta forte che si producono nelle masserie salentine) ingredienti base di questo tuo succulento comfort food, ho pensato che un bicchiere, meglio due, di un Negroamaro vinificato in rosso, magari temperato e ammorbidito da un pizzico di Malvasia nera brindisina, sarà sicuramente perfetto. Profumato di sole e di terra, con la giusta carica tannica, la ricchezza di sapore, e la freschezza derivante da un’insospettabile acidità, sarà il matrimonio perfetto. E speriamo che così facendo quelli che a giugno si erano inca..volati con noi si mettano il cuore in pace e non guardino a noi, come non siamo proprio, anzi, come a… “nemici” di quella magnifica terra che é la Puglia…