C’è questo articolo che sta girando parecchio sui social questo periodo, è quello sulla Baby Box finlandese. La scatola che il governo di quel paese regala al nascituro piena di cose utili, ed è utile pure la scatola perché si usa per far dormire l’infante. Il regalo è lo stesso per tutti i bimbi: ricchi o poveri, belli o brutti, maschi o femmine. L’idea è che la “partenza” sia la stessa per per tutti. La notizia è vecchia, d’altronde l’usanza risale agli anni ’30, io la conoscevo da quando aspettavo VS, ma con piacere l’ho ritrovata. Con lo stesso piacere poi letto i post “gioco” di Simone e Enrica a tema cosa metteresti nella scatola di tuo figlio e ho deciso di giocare anche io. Ora, un po’ perché questo periodo sono ancor più sensibile a cosa c’è nel piatto di mia figlia, un po’ perché non è che sono foodblogger a caso, la mia alla fine più che una scatola è un cesto natalizio, di quelli pieni di cose da mangiare. Ma non quelli che compri già fatti nei bar di periferia, ma uno fatto pezzo a pezzo scegliendo tutte le cose che vuoi condividere. Questo quello che c’ho messo dentro, proprio come mi è venuto in mente:
- Le ciliegie mangiate direttamente dall’albero in un lungo pomeriggio d’estate. Proprio come ho fatto tanti anni fa con tuo padre. Ok l’albero non era proprio il nostro, ma questa è un’altra storia
- La pizza con la mortadella, quella che mi sventolava nonna Vittoria (eh si, si chiama come te…) dal bagnasciuga, per convincermi ad uscire dall’acqua. E ci riusciva sempre.
- I pinoli, raccolti e schiacciaci con un sasso sul muretto con Alberto, mentre i grandi vedono i mondiali. E mi raccomando, le tue ginocchia devono essere sbucciate.
- L’uva malvasia, la prima che viene colta, come quel grappolo che mi portava nonno Danilo dalla vigna a settembre, e che dovevo mangiare tutto sennò portava male.
- L’ovetto di cioccolata, che era tale e quale al Kinder, ma questo lo faceva la gallina di cioccolata. E io questa gallina la volevo acchiappare, ma tutte le volte che nonna Vittoria la vedeva e mi chiamava non arrivavo mai in tempo e mi accontentavo dell’uovo.
- L’uovo mangiato crudo con il limone sopra. Le galline erano di Anna, quella di Santa Marinella. E io avevo il permesso di entrare nel pollaio e di prendermelo per la colazione.
- Un panino con la porchetta, una sera di ottobre, con il tuo fidanzato prima di partire insieme per un lungo viaggio a Londra.
- la pizza sbattuta e la corallina la mattina di Pasqua. E poi provaci pure la cioccolata insieme. Che a casa nostra si fa così.
- Il cocomero al mare, e ti prego non lo chiamare mai anguria, a mamma.
- L’ amatriciana di nonna Tita, perché a me non mi viene proprio come lei.
- La mozzarella in carrozza, mangiata calda con tuo fratello (no, non sono incinta) davanti ai Simpson. Che io sono Lisa e tu sei Bart.
E tu? Che ci metteresti nella scatola di tuo figlio?