Lungi da me iniziare oggi a spacciarmi per la maga delle grappe e delle acquaviti, ma vi devo raccontare cosa mi è successo un giorno di Luglio. Il luogo del delitto Twitter.
A un certo punto sono stata contattata dalle distillerie Bepi Tosolini, che mi chiedevano se fossi a conoscenza dei loro prodotti.
Sono andata sul loro profilo e ho visto che la stessa domanda l’avevano fatta anche al papa. Avete letto bene, al papa. E ho detto: questi sono matti, questi fanno per me.
Già mi ero innamorata, senza manco assaggiare nulla. Figuriamoci.
Poi, tweet dopo tweet, mi hanno proposto di mandarmi a casa il top di gamma, per farmelo provare. E che fai dici di no? Inutile che sto qui a sottolinearlo ho detto si. (E vorrei vedere voi al posto mio)
Che poi io sul mondo grappe e acquaviti avevo una idea sbagliatissima fino a qualche tempo fa, m’aveva traumatizzato un coatto con cui eravamo andati a mangiare a Ostia. Nemmeno mi ricordo il nome del tizio, non è che sono rimbambita eh, stiamo parlando di più di venti anni fa. Eravamo tutti poco più che ragazzotti, e questo, credendosi simpatico e alternativo, aveva ripetuto per tutta la santa serata con una voce troppo alta e sgraziata che voleva il “grappino” a fine pasto. Stessa frase ripetuta a intervalli regolari dal momento che ci eravamo seduti a tavola. Un disco rotto, brutto pergiunta.
E niente, era talmente odioso il tipo, che non solo non uscimmo più con lui e con tutta la compagnia, ma io giurai che non avrei mai bevuto più distillati in vita mia, così, per rimarcare le distanze. A venti anni, si è molto netti nelle prese di posizione.
Fortunatamente il passare del tempo poi mi hanno portato a rivedere le mie posizioni, sui distillati ovviamente. I coatti molesti, al momento non sono nelle mie simpatie.
Comunque, torniamo a noi, allo scorso luglio e al mio incontro fino a quel momento virtuale con Bepi Tosolini. Una bella sera, qualche giorno dopo sono tornata a casa e ho trovato un pacco ad aspettarmi.
L’ho aperto e ho trovato una bottiglia bellissima ed elegante, veramente un bell’oggetto, di quelli che si regalano agli amici cari nelle occasioni speciali. Niente di più distante dal coatto di cui sopra. Eccovela. Mi sono sentita speciale, lo ammetto.
Ora, non restava che darsi all’assaggio. E così è stato subito dopo cena, ho preso i bicchieri e con mio marito ci siamo dati al momento degustazione.
Il bouquet, è molto ricco, e sa di vendemmia Friulana, sarei falsa e poco credibile se vi raccontassi che ho distinto il Picolit o altro. Quello che vi posso dire è che il profumo è avvolgente e l’acquavite rimane morbida. Qua potete trovare la scheda del prodotto.
Io dopo l’assaggio ho confermato la mia prima impressione, è un bel regalo, che potete fare a chi vi è più caro, e pure a voi stessi.