Ci sono pochissime cose in grado di farmi dimenticare di essere scesa dal letto con il piede sbagliato, una di queste è la pizza di Maria. In particolare, quella bianca, fina, tagliata calda e farcita con la mortadella. E poi che fai la mangi da sola? Non scherziamo, la cura si completa con una birra fredda, chiara e schiumosa. Se poi è pure una giornata di sole, e mi gusto il tutto all’aria aperta, il risultato è garantito. Ne esco in pace col mondo, anche canticchiando a volte.
Non sto esagerando, quello che vi sto dicendo è frutto di studio, sperimentazione e soprattutto: applicazione indefessa.
Che poi non sto qui a attribuirmi meriti non miei, non sono stata io a scoprire la cura, io semmai l’ho perfezionata e portata ad altissimi livelli, ma l’intuizione fu tutta di mio marito, allora mio fidanzato, ai tempi dell’università. Dopo un po’ che stavamo insieme, gli bastava un occhiata clinica per capire la situazione, un giorno, il lampo di genio, senza nemmeno proferire parola mi portò al forno e mi mise la pizza in mano e la mia faccia cambiò totalmente. Stavamo sulla strada giusta per il vaccino.
Andiamo per gradi. Chi è Maria? Maria è la proprietaria del forno Raparelli, un forno a legna che sta a Marino. Se fa Raparelli lei o il marito non lo so. Io so solo che dentro c’è Maria ( o che almeno tutti la chiamano così), e che fuori c’è scritto forno Raparelli e ho fatto le dovute conclusioni.
Che poi dentro mica ci trovate solo Maria, ci sono un aitante giovinotto alla pala e tre donzelle, mica male pure loro, ad aiutare Maria. Il forno è un buco, ma danno i numeretti fuori. (‘Sta cosa della cura devono averla capita in parecchi, mi sa).
Ecco quando sono stata contattata dall’Assobirra per la campagna #pizzaebirraamemipiaci, la prima cosa che ho pensato è che avevano soldi da buttare, della serie, promuovere l’abbinamento pizza e birra è come promuovere il cacio sui maccheroni, sono capisaldi, cose indiscutibili, lapalissiane. La seconda cosa a cui ho pensato invece è stata la pizza di Maria.
C’è da dire che sull’abbinamento pizza&birra e la questione è più sottile, l’obiettivo della campagna (che sposo in pieno) è quello divulgare, che se la birra è buona, e la pizza pure, la storia che gonfia e che fa ingrassare è solo un falso mito. Ovvio, gli eccessi sono un’altra cosa. Ma qua si sta parlando del piacere di una pizza ben lievitata e di una birra fresca, cui non è proprio il caso di rinunciare. In questo video tutto quello che dovete sapere:
Per il resto io vi lascio pure l’indirizzo di Maria, che fa sempre comodo.
Forno Raparelli
40, Corso Colonna Vittoria – 00047 Marino (RM)