Non so come state messi voi e se vi è mai capitato di andare a una riunione delle mamme dell’asilo. Ecco, io sono entrata nel tunnel lo scorso anno e ne sono tuttora dentro.
Che poi in teoria si tratta di riunioni dei genitori, ma alla fine ci si trova (tranne qualche rarissimo caso portato là con il ricatto credo) tra tutte e sole mamme. C’è più o meno un ordine del giorno, che non si rispetta assolutamente e ci si parla sopra senza ascoltarsi l’un l’altra. Ogni tanto le maestre alzano la voce per prendere in pugno la situazione, ci si zittisce per un attimo e poi si ricomincia, fino a che non arrivano le bidelle e ti cacciano che è finito il tempo a disposizione.
Io la prima riunione non avevo ben capito come funzionasse e ero convinta che il dialogo portasse a qualcosa, insomma che stessimo li per trovare un punto quindi tentai di pigliare la parola e di dire la mia. E niente, mi massacrarono. L’obiettivo della riunione non è trovare un accordo, e sono sincera, io l’obiettivo delle riunioni non l’ho ancora capito.
Dalla seconda riunione in poi ho cercato solo di capire quanti soldi dovevo dare per il contributo volontario e se c’era qualcosa da firmare e ho passato il tempo a condurre uno studio antropologico sull’individuo “mamma dell’asilo”. Perchè io sono convinta che si tratta di tutte adorabili signore, è la riunione dell’asilo che ci rende pessime.
Al momento vi posso dire che sostanzialmente si può dividere la massa in due macrocategorie: mamma che lavora, mamma che sta a casa.
La mamma che lavora la riconosci perchè:
- arriva tardi
- arriva vestita di nero, al massimo di grigio, tenta di darsi un tono ma sembra appena scappata di casa
- i capelli non hanno forma e al massimo sono legati con una coda
- dopo la prima riunione sta zitta e chiede solo quanti soldi deve versare
La mamma che sta a casa la riconosci perchè:
- è puntuale
- arriva vestita di tutto punto con almeno qualche dettaglio di strass, se indossa una tuta non solo è glamour ma è anche appena uscita dalla palestra, ovviamente è impeccabile
- è fresca di messa in piega
- anima e argomenta la discussione
Ok, lo ammetto, forse ho calcato un po’ la mano sulle mamme che stanno a casa. Insomma, la questione è una sola, il maledetto senso di colpa che pervade la mamma che lavora e la voglia di dimostrare a se stesse che -anche se lavoro- riesco a fare tutto. O almeno ci provo con tutto il cuore.
È così, che quando ho saputo che i bambini potevano portare una merendina fatta in casa ho sentito che era arrivato il momento del mio riscatto e ho iniziato a riempire lo zainetto con cioccoriso home made e tortine varie. Poi siccome non mi volevo far parlare dietro, della serie gli manda sempre la stessa torta, ho iniziato a diversificare. Che poi capiamoci, non credo che nessuno stesse là a sindacare sulla merenda di mia figlia, era più una cosa nella mia testa.
Fatto sta che in questo delirio creativo di merende sane per bambini è nata questa torta di mele frullate ed è venuta bene, e quindi ve la posto. Non solo VS, la mia quattrenne la mangia volentieri, ma è così riuscita che nel giro di 10 giorni l’ho rifatta 4 volte. In particolare in due versioni, la prima tutta mele e la seconda mela e banana. Entrambe ne vale la pena.
Ecco cosa vi occorre:
- 3 uova
- 250 gr di farina
- 250 gr di zucchero
- 130 gr di yogurt magro
- 3 mele piccole oppure 1 mela e una banana
- 1 bustina di lievito
- 80 gr di olio di riso
Sbucciate la frutta, mettetela in un frullatore insieme allo yogurt e frullate fini ad ottenere un composto omogeneo.
Sbattete le uova con lo zucchero, aggiungete via via i liquidi (frullato e olio) e la farina. Unite alla fine il lievito. Mettete in uno stampo apribile e fate cuocere per 50 minuti a 18o°C.