Non so se capita anche a voi, ma a me succede che tuttambotto il mondo intorno a me inizia a parlare all’unisono di un argomento mai toccato prima e che tu ignori. Ecco, così è stato per la pinsa, il primo è stato mio fratello, poi qualche collega alla spicciolata, nel giro di 10 giorni, con chi parlavo parlavo, non solo sapeva cosa era la pinsa, ma se l’era pure mangiata. E io no. Non poteva continuare così.
Ho preso la situazione in pugno e sono andata a sollevarmi dall’ignoranza e me ne sono andata alla nuova pinseria che ha aperto a Marino.
La pinsa, non è altro che una pizza, ma più piccola, fatta mescolando alla farina di frumento, la farina di riso e anche quella di soia, il tutto per renderla più friabile, l’idratazione è estrema (80%) e la levitazione arriva fino almeno alle 48 ore. Il tutto cotto su pietra. Insomma, il compendio della panificazione moderna, per un prodotto non solo gustoso ma estremamente digeribile.
Per questo un po’ mi fa ridere, quello che ho letto su diversi siti, e cioè che la pinsa è l’antenato versione antichi romani della pizza, io vi voglio bene a tutti e capisco che dovete fare marketing per le masse, ma qua stiamo di fronte, fortunatamente, a un prodotto moderno, e che si porta dentro tutto quello che medici e nutrizionisti hanno scoperto dall’antica Roma ad oggi.
Per questo mi è piaciuto l’approccio intellettualmente onesto di Simone, uno dei due soci, quello che vedete nella foto qua sotto seduto, ha evitato di intortarmi la storia della pinsa nata prima della pizza e m’ha parlato di ricerca di materie prime pregiate, a partire dalle farine, di idratazione profonda e lunga lievitazione, di fantasia nei condimenti. Ecco, questa è la pinsa.
E quindi ok a dare a Cesare quel che è di Cesare, ma diamo pure alla pinsa quello che è della pinsa. I nostri antenati avranno pure mescolato qualche farina e l’avranno cotta su pietra, ma da lì ad ottenere questa nuvola gustosa ce ne vuole. Anche perché sempre per ottenerla così leggera, si fa affidamento pure a impastatrici all’avanguardia che inglobano la maggior aria possibile. Quindi, vabbeh il cenno storico, ok che pinsa deriva dal latino pinsare che vuol dire allungare, ma fermiamoci qua.
Il mio primo approccio con la pinsa è stato “classico” , proprio per apprezzare l’impasto e ho voluto provare la versione pomodorini e bufala, ma l’offerta era veramente ricca,una che mi aveva stuzzicato e che tornerò a provare era con pere e formaggio, ma pure mozzarella fiori e alici.
Per il resto parlando del locale di Simone e Claudio (l’altro socio, quello in piedi), oltre alla pinsa c’è di più. Il fritto di verdure ad esempio, (perfetto) o la scelta di birre artigianali. Il locale molto carino e l’arredamento curato, l’atmosfera giovane e rilassata e accogliente.
Oltre a poterla mangiare seduti e comodi come ho fatto io, c’è pure il bancone per la versione da asporto, quello che ho notato è che essendo più alta della pizza romana, mantiene decisamente di più il calore, e questo per la versione da asporto è un plus.
La Pinseria a Marino
Corso Vittoria Colonna 12, Marino
06 8772 9051