Forse con questo post mi farò qualche nemico, ma è più forte di me, ormai giro nel mondo dei foodblogger da troppo tempo per non riderci un po’ su. Che poi, pare che dicendo foodblogger hai detto tutto, e invece no. La maggior parte di noi è donna, e quindi si tende a parlare al femminile. ma ormai anche vero che gli uomini hanno fatto “capoccella”, d’altronde abbiamo voluto la parità altrove e tocca concederla pure a loro qua. Insomma, dopo anni di attenta e indefessa osservazione ho deciso di fare una lista delle tipologie di foodblogger.
Perchè questa cosa di classificare va tanto di moda nei blog di quelli che la sanno tutta, o almeno ci provano a vendervela così. E io non ce l’ho fatta a resistere. Orsù dunque procediamo:
- I desperados: che poi desperados non sono per niente. Li riconoscete dallo sfondo improbabile che hanno scelto. Poca tecnica fotografica, qualche ciancia e tanto cuore. Sono la parte genuina di noi, quelli che sono felici con il pacco di farina mandato dall’azienda. Io non riesco a non volergli bene.
- I wiki: prendono la cosa molto seriamente, si sentono investiti del ruolo di divulgatore. Se cucinano un filetto di salmone vi devono raccontare tutto sulla pesca dello stesso, e sulle differenze tra le tecniche utilizzate in Norvegia o in Scozia per l’affumicatura e via dicendo. Io non ho ancora capito se le sanno tutte o se sono i maghi del copia e incolla. In entrambi i casi, massima stima.
- I missionari: tramite il blog loro salveranno il mondo, e lo faranno ricetta dopo ricetta. Vi spiegheranno come non inquinare, come riciclare. Di solito sono almeno vegetariani, tendenti al vegano e qualcuno pure crudista.
- I presentini: stanno ovunque, invitati in ogni dove, non fai in tempo a vederli sorridenti a farsi un #selfie con un noto prosciutto che ti postano un brindisi tutti insieme, da un’altra parte.
- fotografi a la page: i loro blog li riconosci da foto meravigliose, peccato che però sono spesso uguali. C’è stato il periodo delle foto con canovaccio sotto, poi quelle con la ciotola tenuta tenuta tra le mani, ora mi dicono vada per la maggiore il piede in secondo piano, ma ancora non ho avuto il piacere.
- I ciambellonisti: presente la torta 7 vasetti? Loro l’hanno fatta in tutte le versioni e ancora non ne sono paghi. Va bene che cavallo che vince non si cambia, ma questo è accanimento.
- I copioni: copiano serenamente le ricette altrui, senza menzionare e senza ringraziare. Pure le foto si prendono, per questi lo ammetto non ho una gran simpatia.
- Gli Chef dentro: questi nobilitano la categoria, passo ore sui loro blog, sono quelli bravi per davvero che non hanno troppo bisogno di chiacchiere e di foto con effetti speciali. Carta canta
- * I Lamentosi: Si svegliano alle 8 di mattina con l’ansia di post, e si lamentano di tutte le cose che devono fare scrivere e sistemare. Si sentono vittime di un meccanismo che, per inciso, hanno creato loro stessi. Che poi la domanda sorge spontanea, se ti pesa così tanto tenere un blog, lo puoi pure chiudere, visto che è cosa nota che non ci si fa una lira.
- *I metodo classico: la ricetta si fa come dicono loro e basta, perchè così la faceva la nonna. Pasta e fagioli è una ed una sola, la loro. Aspettano che qualcuno pubblichi una cacio e pepe per azzannarlo al primo dettaglio non coincidente con la loro sacra formazione.
- *I modaioli: Seguono a ruota il dictat del momento, si parla di lievito madre e sono degli impastatori provetti, uno usa il sale rosa e tutti a usarlo, ora pare sia il momento del rabarbaro. Io vi ho avvertito, se vi sentite in questa categoria è il caso che ve lo procuriate.
Ah se ve lo state chiedendo io mi vedo almeno in 2 definizioni e con tracce qua e là. Avrei voluto fare una cosa fatta per bene e arrivare fino a 10, ma pensa che ti ripensa non m’è venuto altro.
(*) AGGIORNAMENTO
Dopo la pubblicazione di questo post che conteneva solo le prime 8 tipologie, è seguita attenta discussione su facebook, vanno quindi ad aggiugnersi all’elenco altre 3 categorie suggerite da Giorgia (I lagnosi) e da Cran (i metodo classico e i e 11)
Io voto per la numero uno. Ciao!
Io pure. Troppo autentici per prenderli in giro. Ripeto, io non riesco a non voler loro bene. Sono, alla fine, una sentimentale.
Autentici si, ma troppi.
Dovresti esserne contento della loro esistenza in vita, sennò di chi scrivevi?