A me la parola cocomero è sempre piaciuta, evoca festa, estate, allegria.
Quando ero piccola, d’estate a fine pasto a casa o al ristorante, puntualmente chiedevo il cocomero e puntualmente venivo corretta, altrettanto puntualmente la volta successiva me ne infischiavo e richiedevo il cocomero. Pizzuta ero, e pizzuta sono rimasta.
Mi si diceva che cocomero era la voce dialettale, quella di serie B. Se volevo il cocomero dovevo chiedere l’anguria, era quella la parola corretta, quella da usare in società. A me questa cosa non convinceva. Anguria, onestamente, come parola era un po’ triste, troppo simile ad angustia, non poteva significare cocomero.
Andando avanti con gli anni poi, trovavo scritto sempre e solo anguria. Anguria al supermercato, anguria in gelateria, anguria nel menù del ristorante. Ero circondata, anguria ovunque.
Poi la rivelazione, mi è capitato tra le mani il vocabolario degli Accademici della Crusca, cerco il lemma cocomero e trovo questa gustosissima definzione:
frutto ritondo, noto, e grande: di buccia verde, midolla acquosa, e di grato gusto ne’ caldi ardenti
Cerco, il lemma anguria, e non trovo nulla. Anguria è la voce dialettale. Grande soddisfazione. Provate per credere.
Ecco! se nn ci fosse la Vissia bisognerebbe inventarla! E se lo dice l’accademia della Crusca, allora dubbi non ce ne sono più:) grazie per questo articolo, per questa chicca linguistica che ci hai regalato.. ogni post da queste parti non è mai banale e sempre di grande interesse e curiosità;) un bacione cara vado subito a votare la tua composizione! bellissima;) un bacione:*
Tu mi lusinghi 🙂
Io l’ho sempre chiamato cocomero e ho sempre pensato che invece l’anguria fosse quello ovale. Bah. 🙂
E invece pare che tondo o ovale sempre cocomero è.
🙂