Potrei fare come i foodblogger quelli bravi che pare che le sanno tutte e che si sono già mangiati e ricucinato ogni probabile ingrediente in tutte le salse del mondo, e invece no. Ve la voglio raccontare papale papale la storia mia e del platano, anzi dei platani.
Fate conto una decina di giorni fa ho comprato 3 platani (i frutti ovvio, non le piante), li ho presi per curiosità e per la voglia di sapere che sapore avevano. Tornata a casa, prima ancora di mettere a posto la spesa, ho preso il primo platano e l’ho sbucciato, m’è subito parso un po’ legnosetto, ma non mi sono voluta far condizionare e ho assaggiato lo stesso: indecente.
Quindi mi sono detta che forse era effettivamente acerbo e che probabilmente dovevo aspettare qualche altro giorno. Ho preso gli altri due platani e li ho messi in mezzo alle mele che con la storia che produno etilene fanno maturare anche gli altri frutti.
Dopo altri 5 giorni, la buccia da verde era diventata più giallina e quindi mi sono riavvicinata ho preso il secondo platano l’ho sbucciato, ma niente, aspetto sempre legnosetto e sapore indecente. E pure il secondo platano ha fatto la finaccia.
A un certo punto, la questione era diventata per me fondamentale, e ho cominciato a chiedere in giro a tutti quelli che conoscevo, se avessero mai mangiato un platano, no la pianta, il frutto. E niente, tutti li avevano visti al supermercato, ma l’unica che aveva ardito l’acquisto ero stata io. È stata durante una di queste conversazioni, che mi sono ricordata che Lorenna, una mia amica brasiliana mi aveva raccontato che una delle cose che l’aveva stupita quando era venuta in Italia era il fatto che per noi le banane sono “solo” frutta da mangiare fresca e sono solo di un tipo, mentre loro ne hanno mooolte di più e soprattutto le cucinano.
È stato in quel preciso momento che sono stata assalita dal leggerissimo sospetto che FORSE il platano andava cotto, tempo di googlare “platano wikipedia” e ho trasformato il sospetto in certezza. Poi ho iniziato a cercare ricette e mi sono resa conto che tutto il mondo cucinava platani, tranne evidentemente le persone che frequento io.
Alla fine tra le tante ricette ho deciso di buttarmi sul platano fritto, perché è noto ai più, che qualsiasi cosa se la friggi hai vinto. Ma pure questa non era una cosa semplice, la frittura del platano infatti si fa “strana”, prima si tagliano delle rondelle come quelle della prima foto e si friggono, si fanno scolare e asciugare e poi si schiacciano una a una le varie rondelle con il pestacarne e si rifriggono, così per fare una cosa leggera.
Per pestare le varie rondelle io l’ho messe tra due fogli di carta da forno in modo che non si appiccicassero a pestacarne.
Per friggere e rifriggere io ho usato l’olio di riso, per i motivi che vi ho spiegato qui, e poi ho salato le chips con il sale affumicato per dare il tocco gourmet e modestia a parte ci stava.