Capiamoci, non sono una evangelista dell’autoproduzione, né tantomeno una che non ha nulla da fare e quindi si diletta con il giardinaggio: per niente proprio. Vivo le mie giornate in frenetiche corse, cercando di incastrarci tutto quello che devo e quello che mi piace, ora ad esempio vi sto scrivendo alle 7:30 di domenica mattina, approfittando del fatto che tutti a casa dormono. E inutile che pensate male, no, non soffro nemmeno di insonnia.
Tutto per dire che probabilmente questa storia dell’orto sul balcone me la potevo pure risparmiare dalla conta delle cose da fare giornaliere, ma, c’è un ma.
L’anno scorso è successo che per caso in un vaso abbandonato sul terrazzo è cresciuta una pianta di pomodori. Forse il seme portato da un uccellino, sta di fatto che una mattina sono uscita e li ho visti lì, non erano stati né curati né altro e comunque stavano lì. Belli rossi e udite udite: saporiti. Ma veramente saporiti, come se ne mangiano raramente. È stato lì che ho realizzato che se l’avevano fatta da soli, ce la potevano fare pure con me, o meglio ce la potevo fare pure io a fare crescere qualcosa.
Perché va detto che io sono una di quelle (a questo punto spero di poter dire ERO) con il pollice nero. Una che quando le regalano una pianta da arredamento si sbriga a darla alla suocera perché sa che nelle sue mani ha le ore contate.
E invece, sono due mesi che costantemente mi dedico alle piantine, ho fatto pure un corso di quattro lezioni, ho coinvolto mia figlia di tre anni a zappettare, passo le domeniche felice a travasare insalatine, insomma non mi riconosco più. Va però precisato che questo mio amore per le piante è circoscritto a quelle che si mangiano, lungi da me dedicare attenzioni a inutili fiorellini. E quindi tutto sommato torna un po’ tutto, non è l’amore per il giardinaggio che mi guida ma la gola.
I pomodori casuali mi avevano entusiasmato, e lo stesso stanno facendo ora le prime insalatine che sto raccogliendo: non c’è paragone.
Non c’è paragone, non dico con quelle “della busta” che nemmeno prendo in considerazione, ma non c’è paragone nemmeno con quelle comprate al mercato. Tagliare e magiare subito l’insalata, ti mette di fronte a una esperienza di croccantezza e sapore che un cespo moscio con al meno un giorno di viaggio alle spalle non può darti.
Al momento le mie coltivazioni sul balcone sono: insalata, rughetta, insalatina da taglio, zucchine, fragole, more, pomodori (ne ho piantato 4 tipi diversi), erbe aromatiche varie, e siccome sono pazza anche il cocomero, il melone e la zucca, che se quando cresceranno saranno dolori.
Cosa dirvi, se vi va di seguirmi in questa avventura e vedere cosa cresce e che ci farò: STAY TUNED.
P.s. le foto che vedete sono tutta “farina” del mio orto.