Finalmente mi levo questo pensiero e faccio 40 anni, m’ha talmente angosciato questa storia che oggi alla fine è quasi una liberazione e penso solo alla festa. E cicciarculo al sistema decimale che li fa sembrare troppi.
Il problema della cifra tonda è che ti porta a fare bilanci, a chiederti da dove sei partita e dove sei arrivata. Pare, che in presenza di uno zero, tocca tirare le somme.
Ho provato ad esimermi, ma poi un attimo da sola e scatta il momento riflessione.
E così se penso a quello che ho fatto e che mi è successo in questi 40 anni, mi guardo indietro e alla fine ho solo una spina nel cuore, l’aver salutato troppo presto mio padre. Ma mi dicono dalla regia che questa è la vita, queste le regole del gioco, prendere o lasciare. E quindi prendo.
Per il resto, oggi a 40 anni ho fatto tutto quello m’ero messa nella “to do list” a 20 anni. Quello che avevo pianificato e sognato, ho fatto, posso mettere la spunta. Quasi mi faccio paura da sola.
Mi sono presa una laurea in ingegneria, c’ho trovato un lavoro, mi sono sposata con quel DJ tanto biondo e tanto figo che avevo conosciuto per strada e ci ho fatto pure una figlia spettacolare. Ah ultimamente ho aperto pure un blog, e mi diverto come una matta, ma questo 20 anni fa proprio non lo potevo predire.
Questa sono io a quaranta anni.
È una foto di qualche giorno fa, e l’ho scelta perché è la sintesi di quello che ho: sono io, felice, alla festa di quattro anni di mia figlia, insieme ad amici e parenti, immortalata da mio marito che dopo 20 anni mi fa (ancora) le foto di nascosto.
E quindi mò che faccio i prossimi 40 anni? E niente, dopo tutto questo pianificare quasi quasi io improvviso.