Quando, in situazioni come una cena tra amici, mio marito decide che è l’ora di percularmi sulle mi fisse da gastrofighetta, il suo cavallo di battaglia sono le uova. O meglio, le mie raccomandazioni, quando gli chiedo di comprare le uova.
Perché ovvio, io non gli dico solo “compra 6 uova”. Così sono capaci tutti. Tze. Io argomento perché e per come deve comprare le uova che dico io.
Ok, faccio outing, io compro solo le uova bio, ed è arrivato il momento di spiegare anche a voi il perché. Fate finta che non aspettavate altro.
Cominciamo dalla prima cosa che ho imparato. Il codice sulle uova. Lo trovate stampato sia sulla confezione che sull’uovo, e vi racconta tutto quello che c’è da sapere sull’uovo. Dalla tipologia di allevamento alla nazionalità, allo stabilimento di produzione. Sta sulla confezione, con tanto di spiegazioni per la lettura. Se non lo avete mai fatto, fatelo. Non è male sapere cosa si mangia e da dove viene. Comunque, di tutto il codice, il numero più importante da tenere a mente, è il primo, che indica il tipo di allevamento. Qua sotto la sua spiegazione.
Questo numero dice parecchio su 2 questioni fondamentali:
1. Condizioni di vita delle galline ovaiole e loro conseguenze Più il codice è altro, più le galline stanno strette. Ed è per questo motivo che in tutte le tipologie di allevamento (tranne il biologico) le galline vengono debeccate, ossia gli viene tagliato il becco. In questo modo si evita che si becchino tra di loro per lo stress e che si trasmettano quinfdi malattie l’una con l’altra. Nell’allevamento in gabbia lo spazio è solo quello per mangiare, ma non pensate che l’allevamento a terra sia in una aia, per allevamento a terra, si intende a terra sì, ma in un capannone. Vita migliore spetta a quelle allevate all’aperto e a quelle allevate in agricoltura biologica, quest’ultime, in particolare, sono quelle che stanno più larghe di tutte. A parte una certa empatia per le galline, le loro condizioni di vita sono importanti per sapere cosa ci mangiamo. Più stanno strette, con una certa vicinanza ai loro escrementi, più il loro sistema immunitario fa cilecca. E quindi, per evitare che si ammalino, via con farmaci e contromisure preventive. Succede così che le galline via via sviluppano una forte resistenza batterica, che potrebbe colpirci da vicino, perchè, visto che loro sono resistenti, si potrebbe selezionare un batterio magari patogeno per l’uomo, che dal loro uovo finirebbe dritto dritto nel nostro piatto. (Questo me l’ha spiegato Tiziana Stallone , mia ex compagna del liceo e ora bravissima biologa nutrizionista, che mi ha pure edotto sul punto che segue)
2. Alimentazione: Per tutto ciò che non è biologico (codice 1,2,3) si parla di alimentazione convenzionale e il risultato lo troviamo nelle uova. Qua vi parlo studi alla mano, che mi ha condiviso Tiziana, la questione cardine è che, seppur non si dimostra alcuna differenza a livello nutrizionale tra le uova biologiche e le altre, è dimostrato che metalli pesanti, contaminanti ambientali si trovano nelle uova non bio, perché grasso dell’uovo è perfetto per accoglierli, e il nostro stomaco subito dopo (Qui, qui e pure qui i link degli studi citati)
Detto questo, seppur non sono una fanatica del bio, perché mica sono nata ieri, so bene che pure quello è un business, dovendo scegliere, piglio bio, almeno sulle uova. Poi è chiaro. ogni qual volta, mangiamo un dolge di pasticceria, un panettone industriale o una merendina, siamo ” a rischio”, ma almeno abbiamo limitato i danni di una esposizioni massiva e continuativa.
Altra cosa che ho scoperto alla ricerca delle informazioni sulle uova è stata la risposta a un mio grosso interrogativo (ognuna ha i dubbi Amletici che si merita) : Perchè le uova al supermercato vengono vendute a temperatura ambiente e poi invece a casa si consiglia di tenerli nel frigo?
La risposta sta nel REGOLAMENTO (CE) N. 589/2008 DELLA COMMISSIONE del 23 giugno 2008 recante modalità di applicazione del regolamento (CE) n. 1234 /2007 del Consiglio per quanto riguarda le norme di commercializzazione applicabili alle uova e in particolare nel punto 7.
(7) Le uova refrigerate lasciate a temperatura ambiente possono generare una condensa che facilita la proliferazione di batteri sul guscio e probabilmente il loro ingresso nell’uovo. È pertanto opportuno che le uova siano immagazzinate e trasportate di preferenza a una temperatura costante e che di norma non siano refrigerate prima della vendita al consumatore finale.
l’obiettivo è quello di non creare sbalzi di temperatura nell’uovo, quindi niente refrigerazione durante il trasporto e la vendita, ma tutto a temperatura ambiente.
Sempre su questo documento ho scoperto che la dicitura EXTRA è riferita alla freschezza delle uova e vale fino al 9 giorno dalla deposizione e poi dovrebbe essere tolta, onestamente non ci avevo mai fatto caso. Ora, ovvio, mi toccherà controllare pure questo.